Con questo libro Rebecca Garbin entra nel panorama della poesia italiana con una voce già originale e riconoscibile. Su una dote narrativa innesta la tensione del verso, il magnetismo di una propria metrica e un complesso universo immaginativo. Capace di tessere un epos familiare insolito, tocca con mano sicura la materia perturbante della morte, costruisce un solido sistema di riferimenti e invenzioni, attingendo con spregiudicata libertà al folklore e al fiabesco. Dal patrimonio sommerso di chiaroscuri che ogni famiglia porta con sé, Rebecca Garbin trasfigura mito e destino, si fa testimone e incantatrice di una leggenda privata come potenza quasi corale. Disegnando una topografia dell’abbandono, che dalle valli del Piemonte e del Veneto arriva a Milano, custodisce il segreto remoto delle anguane, donne con la pelle di serpente, ma anche la traccia ormai quasi inconoscibile delle ragazze cadute sul fondo di un lago, di quelle scolpite sulle tombe del cimitero monumentale, e di quelle che oggi prendono la parola dall’inascoltato margine della giovinezza. Tutti sono chiamati per nome, i perduti e feriti eroi e antieroi di questa storia, con una lingua capace di alternare registri, di confidare nel rituale arcaico del raccontare. Molte creature si trasformano in queste pagine, l’autrice stessa ha scritto questo libro con la forza della metamorfosi: qualcosa di rapace in lei preda il reale per farne visione, radice cangiante nel tempo. Così sono i narratori, artisti della menzogna e del presagio, dell’ossessione con cui accedono a una più lucida verità. In questo esordio, che è una pietra dura sotto il riflesso dell’acqua, si nasconde una forte dimensione politica: il Male minore è la malattia della mente, materia oscura che trascina sul fondo la forza vitale. La voce di Rebecca Garbin è monito e sentenza, anche a nome di altri osa chiedere di immaginare.
MALE MINORE
MALE MINORE
"… È così che passo da un buco di serratura a un altro. Per fortuna non restano lividi, ho strati diversi di pelle e ogni corpo mi cambia la forma, la faccia. Ogni cosa si trasforma – non posso diventare qualcos’altro controvoglia."
Rebecca Garbin è nata a Milano nel 2001, con Male minore nel 2023 ha vinto la sezione Inediti Under 25 del Premio Alma Mater Violani Landi, assegnato dall’Università di Bologna. È stata tra i giovani autori selezionati per il progetto promosso dall’Università IULM, La poesia che si fa città. Un’anticipazione da questo libro è uscita sul numero 24 di Poesia (Crocetti, 2024). Collabora con il blog vallecchipoesia.it e con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna.
Autore: REBECCA GRBIN
Prezzo: € 12,00
pp. 92
ISBN: 9788882521929